Questo cortometraggio vuole mettere in luce la discrepanza tra la concezione del Mare Adriatico che hanno i turisti e quella che è la realtà, oltre alla connessione uomo-ambiente.
Il corto inizia con il viaggio verso il mare e una volta giunti, vengono presentati gli elementi tipici delle spiagge del nordest, quali gli ombrelloni, la sabbia, gli aquiloni e la pluralità dei turisti. Tra la folla che passeggia sulla riva spicca una ragazza che improvvisamente, mentre osserva il vero mare, trova una conchiglia e decide di ascoltarne il suo suono come faceva da bambina. In questo momento viene mostrato allo spettatore il lato profondo del luogo, spesso vissuto e conosciuto solo nella parte terrestre. Oltre a presentare la fauna viene fatto cenno alle trasformazioni dell’Adriatico a contatto con il mondo emerso, ad esempio i fattori meteorologici che rendono le onde calme o mosse.
Infine, si ritorna in spiaggia e la protagonista si porta la conchiglia vicino al cuore come simbolo di amore e rispetto nei confronti di ciò che la circonda. Quest’ultima scena, caratterizzata dagli occhi che si aprono e il sorriso, appare come una metafora sulla nuova consapevolezza del mare che non è solo la spiaggia, ma l’insieme di due biosfere che devono convivere e conoscersi.
[Le Ricce di mare]