Storia dell'essere umano e della foresta che gli insegnò a non volare
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In occasione del progetto One Book One City Padova, Lorenzo Maragoni e Giorgio Gobbo mettono in scena una lettura-spettacolo con musica basata sull'opera d'esordio di Luis Sepúlveda, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore. Lo fanno nell'Orto botanico di Padova, uno dei posti più speciali della città per parlare della relazione dell'essere umano con l'ambiente in cui vive, con la biodiversità, con la nostra possibilità di scegliere l'impatto che vogliamo avere sulla natura e sul nostro futuro come specie.
Nel libro di Sepúlveda si racconta che in un piccolo villaggio dell'Amazzonia un uomo viene trovato morto, probabilmente ucciso da un esemplare di tigrillo, un piccolo felino della zona. Le indagini sulla morte e la conseguente caccia all'animale portano un gruppo di uomini ad addentrarsi nella foresta, a confrontarsi con gli animali, con il fiume, con la notte, con la tribù nativa degli Shuar che vivono la foresta in modo completamente diverso dagli umani che la stanno colonizzando. È Antonio José Bolìvar, il "vecchio" del titolo, uomo dalla biografia complessa, vissuto a lungo nella foresta ma fuori posto in entrambi i mondi, a dover decidere, fucile in mano, quale sarà il finale di questa caccia, a prendere posizione nella relazione tra essere umano e le altre specie, tra l'essere umano e l'ambiente di cui fa parte.
Lorenzo Maragoni è attore, regista e drammaturgo. È tra i fondatori della compagnia Amor Vacui, per la quale è co-autore di This is the only level, Domani mi alzo presto e Intimità, menzione speciale al Premio Scenario 2017. Collabora con il Teatro Stabile del Veneto e con diverse compagnie tra cui Teatro Boxer, diretto da Andrea Pennacchi. Ha curato, per il CUAMM - Medici con l'Africa e l'Università degli Studi di Padova, la regia di eventi nel campo della salute globale e dei diritti umani.
Giorgio Gobbo è cantante, autore di canzoni, chitarrista e compositore. Oltre alla musica, ama le montagne solitarie, le buone compagnie, i libri. Le storie antiche e moderne dei paesaggi e delle persone che li attraversano sono per Giorgio Gobbo primaria fonte di ispirazione; la natura, l’amore, la difficoltà di stare al mondo e nonostante tutto la gioia di vivere è ciò che dà voce al suo canto. Lavora nel mondo della sofferenza psichica dove ricerca il rapporto tra espressività e terapia. È stato co-fondatore e voce della storica band veneta Piccola Bottega Baltazar.