A cura di Filippo Focardi, Università degli Studi di Padova
Fra il 1961 e il 1989 un muro ha diviso Berlino ovest da Berlino est, separando una città di oltre tre milioni di abitanti, ma anche due mondi opposti, l’Ovest delle libertà civili e del capitalismo di mercato sotto l’egida americana da un lato, l’Est dei Paesi del comunismo reale ad economia pianificata sotto il controllo dell’Unione sovietica dall’altro. Il “muro” è stato il simbolo della guerra fredda, di un sistema di contrapposizione bipolare che ha dominato dalla fine della seconda guerra all’’89.
Ripercorrere le origini del “Muro”, la sua costruzione per volontà della Germania orientale e le principali vicende successive fino al suo imprevisto smantellamento il 9 novembre 1989 significa ripercorrere la storia della Germania e dell’Europa nel secondo Novecento, dal processo di Norimberga, che ha posto sul banco degli imputati il nazismo e i suoi crimini, al vento di libertà che ha spirato con forza negli anni Ottanta al di là della “cortina di ferro” fino a far crollare un intero sistema di potere riunendo le due parti dell’Europa troppo a lungo separate.